
IMPARARE CON L’APPROCCIO MAIEUTICO
- On 13 Aprile 2023
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La maieutica è un approccio metodologico che si propone di mettere a disposizione degli insegnanti, ma non solo di questi, strumenti innovativi per raggiungere risultati significativi nell’apprendimento scolastico. Lo scopo della pedagogia maieutica è aiutare a imparare valorizzando al massimo le capacità individuali: utilizzare le tecniche e gli strumenti più efficaci che attivano e sviluppano le risorse personali e un apprendimento reale, duraturo e sostenibile.
Maieutica è un termine filosofico, socratico, che è diventato metafora di un modo di lavorare che consente alle persone di attivare processi di apprendimento in modo sostenibile. Etimologicamente parlando, maieutica, è una parola greca che sta per ostetricia. Si dice, infatti, che la madre di Socrate fosse appunto una levatrice e quindi la maieutica, nella storia della pedagogia, è sempre stata una metafora di quella educazione un po’ al di fuori dello standard tradizionale.
Questo è il tipo di formazione che il Laboratorio delle Idee propone, in cui un buon insegnante non è quello capace di dare risposte al bisogno dell’allievo ma, al contrario, è più efficace stimolare la capacità di ragionare e trovare quindi le soluzioni ai problemi esistenti. Utilizzando tale metodologia per fare formazione, il ruolo del docente è, ricorrendo a una metafora, quello della levatrice – proprio come la madre di Socrate – che fornendo i giusti stimoli e le giuste indicazioni, aiuta la donna a partorire: egli invece fornisce gli spunti di riflessione per permettere all’allievo di generare da solo le conoscenze e le soluzioni ai problemi.
Socrate stimolava i suoi discenti a generare la verità attraverso opportune domande, in modo da non dare direttamente la soluzione ai loro bisogni di conoscenza, al contrario, da ottenere che “partorissero” da loro stessi le soluzioni ai problemi semplicemente attraverso il ragionamento e la risposta agli interrogativi.
In questo modo i docenti diverranno più vicini e saranno più in sintonia con gli allievi. Il loro ruolo non sarà quello di colui che deve “inculcare” il suo sapere nella mente dell’allievo ma quello del compagno di viaggio, dell’animatore che pone domande, suscita curiosità, offre esempi.
All’interno di quest’ottica maieutica, “formare” non significa sempre riempire, ovvero dire “come si fa una cosa” ma estrarre cioè ricercare un modo consono per stimolare a fare quella cosa. Il problema, dunque, non è imparare qualcosa ma imparare a imparare, scoprire un nuovo modo di vedere le cose.
Oggi la maieutica si può intendere come “l’arte” di considerare l’allievo parte centrale, attiva, fondamentale del processo formativo. Egli diviene soggetto della formazione stimolato a farsi autore della propria crescita. Nella formazione tradizionale siamo abituati a soffrire per la vastità dei contenuti da studiare. Chi si è misurato con l’esperienza universitaria ha vissuto la preoccupazione che si prova iniziando la prima pagina di un libro di 500 pagine. La quantità dei contenuti è stata spesso scambiata per la qualità dell’insegnamento così come spesso si è confuso e si confondono un esperto di una materia con un buon divulgatore: non è detto che l’esperto sappia altrettanto bene come divulgare o insegnare la sua materia.
In conclusione, lo stimolo conoscitivo che il Laboratorio delle Idee propone non è quello di un apprendimento mnemonico ma quello che permetta di aprire nuovi orizzonti che possano realmente far capire come si possa vivere con interesse un’esperienza di formazione continua.
foto: image by wirestock on Freepik
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